LA CASA SUL FIUME. Fiumicino

I canadesi dell’esercito alleato giungono a Fiumicino, frazione di Savignano verso il mare, il 28 settembre. I tedeschi avevano fatto saltare tutti i ponti sul Rubicone e si erano appostati sulla riva sinistra del fiume.
Per 18 giorni la frazione rimarrà sotto il fuoco incrociato dei tedeschi e degli alleati e sotto una pioggia incessante.
Sulla riva destra, ad alcune centinaia di metri dalla piazza e a poche decine di metri dal Rubicone, la casa Trevisani-Lasagni si trovava fra i canadesi della 5a divisione corazzata e i tedeschi della 29a divisione.
L’1 ottobre un tedesco aveva ucciso un americano e la sera una quarantina di canadesi raggiungevano la casa, dove erano rifugiati sedici civili sfollati. Fra di loro c’erano tutti i Trevisani, comproprietari della casa. Dalla parte opposta, in un casolare, erano accampati i tedeschi. I canadesi insistono con i civili che lascino l’abitazione perché durante la notte incombeva il pericolo di una sortita tedesca. I civili rimangono, i canadesi se ne vanno. Quella notte, con il Rubicone in piena, i tedeschi attraversano il fiume con una corda e minano la casa: l’esplosione provoca quattordici morti. Alcuni rimangono sotto le macerie per un giorno urlando per chiedere aiuto senza che nessuno riesca a soccorrerli. Probabilmente i tedeschi avevano pensato che nella casa ci fossero i canadesi, ma non è escluso che l’episodio sia legato ad una ritorsione a seguito della morte di un loro ufficiale nel pozzo di via Provinciale San Mauro, ritenendo i tedeschi che quella famiglia si fosse rifugiata a Fiumicino.

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